Frosinone, 15 Febbraio 2008 Comunicato stampa. Scoperto un nuovo sistema
planetario simile al nostro, notevole il contributo dell’Osservatorio
Astronomico di Campo Catino. L’Italia e l’Osservatorio Astronomico
di Campo Catino, finanziato dalla Regione Lazio, tornano protagonisti sulle scene dell’astrofisica
internazionale. E lo fanno con la scoperta ( per la prima volta in Italia con
la tecnica delle “Microlenti Gravitazionali”) di due nuovi pianeti
extrasolari, individuati attorno alla stessa stella, che costituiscono un
importante caso scientifico: il nuovo sistema ricorda la nostra famiglia
planetaria, dal momento che rapporti dimensionali, di massa e temperatura
sono simili a quelli di Giove e Saturno. Per questo, il 15 Febbraio 2008, i
risultati sono stati pubblicati su “Science”, che, a pari merito con
“Nature”, è la più prestigiosa Rivista Scientifica del Mondo, attraverso un
articolo il cui autore principale è il Professor Scott Gaudi della “Ohio
State University”. Essi sono stati individuati mediante
la tecnica delle microlenti gravitazionali, particolarmente efficace nella
detection di pianeti anche di piccola taglia. Quando un corpo massiccio
transita dinanzi ad una sorgente luminosa, ad esempio una stella, ne
“deflette” la luce proprio come una lente, d’accordo con le previsioni della
relatività generale di Einstein. Per questo, osservando una certa sorgente,
se ne può talvolta seguire l’inattesa evoluzione luminosa, eventualmente
riconducibile alla passaggio, tra l’osservatore e la stella lontana, di un
terzo corpo. Studiando in dettaglio il fenomeno, si può stimare se l’intruso
è di fatto un pianeta. Si tratta di una tecnica assai potente, con l’unico
limite dell’irripetibilità dell’evento. Le ricerche di pianeti extrasolari
mediante tecnica del microlensing si concentrano in
direzione del centro della Via Lattea (che si stagli tra le costellazioni del
Sagittario e dello Scorpione), dal momento che in quella direzione la densità
stellare è tale che si possono monitorare contemporaneamente un grandissimo
numero di sorgenti. In questo contesto è operativo il
progetto MicroFUN (Microlensing
Follow Up Network), nell’ambito dell’esperimento
OGLE (Optical
Gravitational Lens Experiment), e che si preoccupa di osservare con
particolare attenzione eventi di microlente che producano aumenti di
luminosità nella stella interessata. Lo staff del progetto MicroFUN include anche alcuni ricercatori italiani
dell’Osservatorio di Campo Catino, che
dispone del Campo Catino Austral Observatory, due telescopi ad elevata tecnologia
installati in Cile, non lontano dai giganti del Very
Large Telescope, in pieno
deserto di Atacama. Franco Mallia, Mario Di Sora,
Lauro Fortuna e Ugo Tagliaferri hanno potuto così
contribuire a questa importante scoperta, di nuovo una primizia per la
scienza italiana. La scoperta dei due corpi del nuovo
sistema planetario extrasolare è avvenuta durante l’osservazione fotometrica
dell’evento OGLE-2006-BLG-109 nella primavera del 2006, che ha portato
dapprima ad identificare un’anomalia riconducibile ad un pianeta di taglia
gioviana, salvo poi evidenziarne un altro, simile al primo. Essi sono oggi
indicati come OGLE-2006-BLG-109Lc e OGLE-2006-BLG-109Lb. Le analisi condotte
grazie ai dati raccolti, consentono di stabilire che il rapporto di massa tra
il più grande (il b) e la stella ospite è pari a 1.35 x 10-3
(quello tra Giove ed il Sole è pari a 0.96x10-3), mentre il
rapporto di massa tra il “b” ed il “c” è pari a 0.36 (quello tra Saturno e
Giove è di 0.30). Un’altra importante analogia con i due giganti del nostro
sistema planetario riguarda le distanza dei due pianeti dalla loro stella: il
rapporto tra quella del corpo più grande ed il minore è pari a 0.60, laddove
per Giove e saturno essa vale 0.55. Gli studiosi hanno poi potuto stimare
la massa per le componenti “b” e “c”, risultate essere pari a 0.71 e 0.27 quella di Giove.
Infine, la distanza stimata dalla stella ospite è risultata essere pari a 2.3
(“b”) e 4.6 (“c”) Unità Astronomiche (l’Unità Astronomica corrisponde alla
distanza Terra-Sole ed è pari a circa 150 milioni di km). Questo sistema planetario, lontano
circa 4.900 anni luce da noi, mostra
evidentemente interessanti analogie con il nostro, per quanto la sua stella
abbia una massa stimata pari alla metà di quella del Sole. Ad oggi sono
conosciuti circa 25 sistemi planetari extrasolari multipli (a fronte dei
circa 250 pianeti extrasolari conosciuti) e la maggior parte è chiaramente diversa
dal Sistema Solare, spesso con pianeti massicci molto vicini alla loro
stella. Il contributo del gruppo italiano ha
richiesto anche l’utilizzo di strumentazione installata negli USA, alle Isole
Hawaii e in New Mexico, per via delle avverse condizioni meteo in Cile
nell’aprile 2006. Da alcuni anni l’Osservatorio di
Campo Catino dispone di una postazione australe, collocata a San Pedro de
Atacama, Cile, sotto il migliore cielo del mondo. Non a caso, nella zona sono
installati telescopi di grande calibro, come il colossale Very
Large Telescope dell’European Southern Observatory. In questo modo, i suoi ricercatori italiani
possono proficuamente studiare qualsiasi corpo celeste, grazie alla totale
copertura che la dislocazione in latitudine garantisce. Già a giugno 2007 era stata
annunciata la prima scoperta di pianeti extrasolari da parte di ricercatori
italiani con strumenti installati sul territorio nazionale: Franco Mallia e Gianluca Masi dell’Osservatorio Astronomico di
Campo Catino erano infatti co-scopritori dei
pianeti XO-2b e XO-3b, quest’ultimo tra i più interessanti mai scoperti per
via della sua notevole massa, quasi al limite accettato per una stella nana. Adesso siamo di fronte alla prima co-scoperta di pianeti extrasolari effettuata da
ricercatori italiani (oltretutto non professionisti) con il metodo del “Gravitational Microlensing”. Ancora una volta, dunque, l’Italia è
al primo posto nelle ricerche astrofisiche di frontiera e lo staff di Campo
Catino ribadisce lo stato di eccellenza delle proprie attività scientifiche.
I programmi futuri prevedono un maggiore impegno nella ricerca di pianeti
extrasolari, accanto alle consuete attività nel campo degli asteroidi e delle
stelle variabili. Contatti: Avv. Mario Di Sora, Direttore dell’Osservatorio Astronomico di
Campo Catino Casella Postale, 03016 Guarcino (FR) Cell.: 336 326315
Casella Postale, 03016 Guarcino (FR) Cell.: 349 5823513
Riferimenti:
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