MARIO DI SORA INTERVISTATO DA ELISABETTA AMBROSI DEL FATTO QUOTIDIANO SUI DANNI DELLA LUCE ARTIFICIALE NEL PERIODO NATALIZIO
Nuovo intervento del Direttore OACC sul Fatto Quotidiano grazie ad un’interessante intervista proposta da Elisabetta Ambrosi e pubblicata il 10 dicembre.
Il tema, solo apparentemente tacciabile di eccessivo allarmismo, è quello dei danni derivanti a piante e animali dall’uso non ragionato e smodato dell’illuminazione ornamentale nel periodo natalizio.
Ovviamente non è in discussione la consuetudine, accettata da tutti, astronomi compresi, di rendere le città più vivaci e attraenti durante le feste di fine anno.
Il problema, come del resto in tutte le azioni e le scelte perseguite, non è l’an ma il quantum e cioè quali limiti porsi nell’uso della luce specie quando è posta alla decorazione di piante e alberi o in prossimità di aree verdi, parchi o a ridosso di abitazioni private.
Un primo aspetto è l’eccessiva potenza di flussi luminosi che, lungi dall’ abbellire in modo discreto, sconvolgono la fisionomia delle città alterandone, in molti casi, il tessuto architettonico e la relativa lettura. Se poi gran parte di questo flusso viene inviato direttamente in cielo allora anche la ricerca e le osservazioni del cielo ne soffrono.
Un secondo fattore, spesso trascurato da cittadini, commercianti ed amministratori pubblici, è quello della temporaneità di accensione degli impianti che, non di rado, vengono accesi già a fine novembre per poi rimanere in esercizio ben oltre l’Epifania.
Se poi, come accade nella stragrande maggioranza dei casi, gli impianti rimangono accesi per tutta la notte subentrano fattori di alterazione dei ritmi circadiani e di maggiori consumi energetici. Basti pensare ai tanti alberi ornati con catene luminose, spesso di colore bianco, che violentano il ciclo della fotosintesi di queste delicate ed utilissime forme di vita che assorbono anidride carbonica e riemettono ossigeno. E’ stato infatti accertato, tra le diverse problematiche, che la luce artificiale rende più spesse le foglie degli alberi, rendendole immangiabili per gli insetti con possibili conseguenze sull’intera catena alimentare.
Gli stessi frequentatori naturali della malcapitata vegetazione sono a loro volta disturbati dall’emissione luminosa oltre certi livelli e devono cambiare abitudini in modo troppo repentino.
Pertanto un uso responsabile, misurato e rispettoso dell’ambiente da parte dell’illuminazione cosiddetta di accento o abbellimento non rappresenta una limitazione ai festeggiamenti ma solo un modo per far coesistere esigenze non del tutto contrapposte che, se ben gestite, possono essere anche compatibili.
Elisabetta Ambrosi, molto sensibile a questa tematica, illustra quindi nell’articolo anche altri aspetti riguardanti il fastidio da insegne pubblicitarie e l’effetto abbagliante delle sorgenti led ormai sempre più diffuse e non sempre con luce di qualità specie per la temperatura di colore utilizzata.
E per meglio approfondire questi aspetti l’OACC organizzerà, per il 13 gennaio 2025, uno specifico convegno, con esperti di diversi orientamenti professionali, che illustreranno il rapporto tra luce e ambiente presso l’Istituto Martino Filetico di Ferentino e di cui si daranno i dettagli con specifico comunicato.
Link all’articolo sul “Fatto quotidiano”
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