LA SONDA DART COMPLETA IL PRIMO ESPERIMENTO DI DIFESA PLANETARIA. L’OACC SEGUE L’EVENTO GRAZIE AL CAO OPERANTE IN CILE
Alle 23:15 UT (01:15 italiane) del 26 settembre 2022 la sonda DART ha portato a compimento la sua missione, schiantandosi ad una velocità di 7 kilometri al secondo su Dymorphos, la piccola luna dell’asteroide Didymos. Questo esperimento è il primo test di deviazione di un asteroide tramite impattore cinetico, una tecnologia che nel futuro potrebbe salvare le vite di milioni di persone in caso di un asteroide in rotta di collisione con la Terra. Dymorphos è stata rallentata di soli 0.4 mm/s, abbastanza da ridurre il suo periodo orbitale di circa 10 minuti, una quantità ben misurabile da Terra tramite osservazioni fotometriche. La misura del periodo orbitale permetterà di ottenere informazioni sulle dinamiche dell’impatto, che saranno cruciali per deviare correttamente un asteroide pericoloso.
Didymos e Dymorphos (al centro) riprese da DART pochi minuti prima dell’impatto.
L’ultima immagine ad altissima risoluzione ripresa pochi secondi prima dell’impatto.
L’OACC, come richiesto, dall’Osservatorio Astronomico di Roma, seguirà i giorni successivi all’impatto partecipando all’ampio programma di follow-up, non dimenticando che le immagini dell’impatto sono state riprese da vicino dal mini satellite italiano Lycia Cube nel cui team lavora la Dr.ssa Elisabetta Dotto.
L’istante dell’impatto non poteva essere osservato dal sito del Campocatino Austral Observatory (CAO), essendo l’asteroide target sotto l’orizzonte. Tuttavia sono iniziate le riprese con lo strumento non appena possibile. Nell’immagine allegata un confronto tra le riprese di Didymos, effettuate il 24 settembre e durante la notte del 27 settembre. Si osserva una debole chioma causata dalla nube di detriti liberata dall’impatto. Sarà interessante seguire l’evoluzione di questa conformazione nei prossimi giorni.
Didymos ripreso dal CAO. Si osservi la formazione di una chioma successivamente all’impatto.
Una ripresa dal CAO allineata sull’asteroide, con le stelle mosse. In basso a destra una versione elaborata con gradiente rotazionale, tecnica utilizzata per studiare la chioma delle comete, per mettere in evidenza i getti di detriti (foto di Giovanni Isopi e Aldo Zapparata).
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