TESTATO IL NUOVO SPETTROSCOPIO CHE ESPANDE IL CAMPO DI STUDI DELL’OSSERVATORIO DI CAMPO CATINO

Pubblicato da Lauro Fortuna il

Sabato 30 ottobre è stato messo in funzione, per la prima volta, un nuovo strumento di piano focale che apre ampi orizzonti per la ricerca astrofisica di avanguardia dell’OACC.

Fino ad oggi lo staff scientifico della Specola si era cimentato con la rilevazione di asteroidi prima e, negli ultimi anni, con quella di esopianeti, mietendo in tutto la scoperta di una cinquantina di nuovi oggetti.
Ora, grazie al finanziamento straordinario messo in campo quest’anno dalla Regione Lazio, lo staff scientifico potrà effettuare l’analisi spettroscopica dei corpi celesti.

Il nuovo arrivato è lo spettroscopio LHIRES III, un versatile strumento prodotto dalla francese Shelyak, ampiamente diffuso tra gli studiosi di spettroscopia, un metodo di indagine che permette di studiare le caratteristiche fisiche e chimiche degli oggetti in maniera molto più approfondita ed obiettiva rispetto la semplice fotografia anche se digitale.

LHIRES III può essere utilizzato per riprese sia in bassa che in alta risoluzione. La modalità di bassa risoluzione è riservata agli oggetti deboli, dato che fornisce spettri più luminosi. In questo modo è possibile riprendere il redshift di galassie lontane miliardi di anni luce, classificare supernovae o studiare la composizione delle comete. La modalità di alta risoluzione invece permette di studiare singole righe spettrali di oggetti luminosi, monitorando le stelle variabili oppure caratterizzando sistemi multipli tramite effetto doppler.

Lo spettroscopio ha visto la prima luce con un test sullo spettro di Giove che è pressoché identico a quello solare dato che il pianeta brilla di luce riflessa. Sono però visibili delle righe di assorbimento del metano, segnate in bianco lungo lo spettro riportato in figura. In giallo sono segnate le principali righe caratteristiche del Sole mentre in blu sono riportate le righe di assorbimento dell’atmosfera terrestre.

Per comprendere l’importanza di questo metodo di ricerca basterà dire che venne utilizzato, negli anni ‘20 del secolo scorso da Edwin Hubble, con il telescopio di Monte Wilson, per scoprire l’espansione dell’Universo attraverso lo spostamento delle righe spettrali delle galassie verso il rosso. Da tale evidenza il grande astronomo dedusse che queste erano in allontanamento tra loro, con velocità tanto maggiore quanto più distanti (con la famosa legge di Hubble V=HD dove H è la costante di Hubble e D la distanza qui riportata in forma basica). L’impiego di LHIRES III verrà messo anche a disposizione per la realizzazione di tesi sperimentali da parte di studenti universitari che ne avessero necessità.

Hanno assistito alla prima luce del nuovo arrivato Mario Di Sora, Giovanni Isopi, Gianluca Perozzi, Ugo Tagliaferri e Aldo Zapparata.

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